Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli presenta
I piani paesaggistici fra Stato e Regioni
18 maggio 2015, ore 16,30
Ne discutono Anna Marson e Francesco Scoppola, coordina Francesco Erbani
Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte Piazza San Marco 49, Roma
L’11 aprile scorso, con la firma dell’accordo di pianificazione da parte del ministro Dario Franceschini e del presidente Enrico Rossi, è stato definitivamente approvato il piano paesaggistico della Toscana. Un risultato importante e soddisfacente, dopo una fase lunga e tormentata di discussioni e di scontri anche all’interno della maggioranza di centrosinistra. Un’indiscutibile novità è il ruolo attivo finalmente giocato dal ministero, per la prima volta dopo l’approvazione del Codice. La nostra associazione, che da anni denuncia i ritardi delle regioni e l’assenza d’iniziativa del ministero, coglie l’occasione per riprendere il dibattito sulla pianificazione del paesaggio, e ha perciò invitato due protagonisti delle politiche di tutela e governo del territorio del nostro Paese.
Anna Marson, assessore regionale a Urbanistica, pianificazione del territorio e paesaggio della Toscana, ha difeso con coraggio e determinazione il piano paesaggistico che, al termine della discussione in consiglio regionale, rischiava di essere sfigurato da pericolosi emendamenti volti, tra l’altro, a estendere l’attività di escavazione sulle Alpi Apuane e ad ampliare gli interventi di trasformazione lungo la fascia costiera. Al termine della discussione, grazie anche all’azione del presidente Rossi, sono state concordate positive mediazioni. Dell’assessore Marson si può leggere sul sito della associazione Bianchi Bandinelli l’importante intervento a conclusione del dibattito in consiglio regionale.
Francesco Scoppola è da pochi mesi direttore generale delle Belle arti e del Paesaggio. Della sua precedente vasta esperienza, la nostra associazione ha recentemente ricordato la partecipazione, con Leonardo Benevolo, alla formazione del Progetto Fori del 1988. A Scoppola spetta l’onere di restituire prestigio ed efficacia alla presenza dello Stato che, finora, in materia di pianificazione del paesaggio, è stata francamente deludente. Disattese sono in particolare le previsioni del Codice in materia di indirizzo dell’azione regionale.