Lettera aperta al Ministro della Cultura Alessandro Giuli
In base al DPCM 57/2024 (Regolamento di organizzazione del Ministero della cultura, degli uffici di diretta collaborazione del Ministro e dell’Organismo indipendente di valutazione della performance) la quota di dirigenti di II fascia è pari a 198 unità. I dati disponibili sullo stato attuale della dirigenza e quelli sulle procedure avviate negli ultimi mesi per il reclutamento dei nuovi dirigenti e per l’assegnazione delle sedi presentano problemi di opacità e sollevano perplessità e interrogativi sulla strategia che il Ministero sembra voler adottare nella scelta del personale dirigente che, sia nelle strutture centrali sia in quelle periferiche, svolge funzioni insostituibili per la salvaguardia e la valorizzazione del nostro patrimonio nazionale.
Le questioni che ci sembrano meritevoli di un chiarimento urgente riguardano sia l’incertezza da colmare sulla situazione attuale della dirigenza del MiC sia i limiti delle procedure avviate, dato che
- l’ultimo ruolo unico pubblicato risale al febbraio 2023 e non è stato mai aggiornato,
- non sono reperibili informazioni che includano i vincitori delle selezioni per incarichi a tempo determinato,
- alcuni provvedimenti di assegnazione sono affidati a decreti ministeriali che rimangono a lungo riservati e sono resi noti per vie non ufficiali, come nel caso dei DM 30 giugno 2025 e 18 luglio 2025.
E’ stata caratterizzata anche da scarsa chiarezza la gestione dell’interpello pubblicato nel maggio di quest’anno:
- con la circolare 6 maggio 2025 di avvio della procedura di interpello è stato reso possibile un numero di posizioni dirigenziali di II fascia inferiore rispetto a quello previsto
con DPCM 57/2024 nel Regolamento di organizzazione (175 rispetto alla quota totale di 198); - è stato inoltre definito l’obbligo per i candidati di indicare 5 preferenze senza alcun ordine di priorità, modalità rilevante e inusuale che rendeva impossibile dare corso a una serie e oggettiva valutazione comparativa;
- il DM 18 luglio 2025 ha reso pubblico l’esito dell’assegnazione per soli 138 posti senza fornire alcuna indicazione sui motivi di questa ulteriore riduzione;
- nello stesso DM si sono cumulate sia le assegnazioni dei ai dirigenti di ruolo sia quelle previste dall’art. 19 comma 6 del D.lgs 165/2001, il cui numero è stato recentemente accresciuto fino al 10%;
- non tutte le posizioni indicate nell’interpello sono state coperte (ne mancano 37), senza che ne siano state comunicate le ragioni.
- infine, in canali non ufficiali è circolata la notizia che l’Amministrazione voglia riservare varie decine di posti (più di 30), tra cui anche alcuni posti inclusi nell’interpello, ad altre tipologie di profili (vincitori dei concorsi 2025-2027 della Scuola nazionale dell’amministrazione e vincitori di nuove selezioni ancora da bandire per posizioni a tempo determinato).
Si fa presente che nella Circolare di avvio dell’interpello viene esplicitamente ricordato che il candidato sarà selezionato “in relazione alla natura e alle caratteristiche degli obiettivi prefissati e alla complessità della struttura interessata, delle attitudini e delle capacità professionali del singolo dirigente, dei risultati conseguiti in precedenza nell’amministrazione di appartenenza e della relativa valutazione, delle specifiche competenze organizzative possedute, nonché delle esperienze di direzione eventualmente maturate”.
L’incertezza e la confusione che emergono dalla gestione di questa delicata fase di riorganizzazione del Ministero alimentano ulteriori interrogativi che sottoponiamo all’attenzione dei vertici di codesta amministrazione, sottolineando che l’apparente specificità delle questioni che qui si sollevano richiama in realtà questioni generali e di rilevanza strategica per il futuro di un ministero che è nato e continua a fondarsi sul riconoscimento della qualità tecnica e scientifica dei suoi servizi e del personale di tutela (dirigenti e funzionari):
- perché non sono stati ancora assegnati 37 posti (inclusi nell’interpello di maggio), alcuni dei quali anche di rilievo e richiesti dai dirigenti di ruolo (uffici di prima fascia economica dell’amministrazione centrale, importanti Soprintendenze, Musei, Parchi archeologici)?
- perché non si è prevista subito (per i profili specifici relativi ai posti disponibili nell’interpello e non assegnati) l’assunzione degli idonei del corso-concorso MiC-SNA-Scuola del patrimonio?
- perché non bandire subito un altro concorso, individuando le reali esigenze di settore (in particolare, degli archivi)?
- perché continuare ad accrescere il numero dei posti dirigenziali da assegnare a dirigenti non di ruolo, ma a soggetti individuati attraverso selezioni per titoli e colloquio e incaricati a tempo determinato (come nel caso dell’ulteriore bando pubblicato il 7 agosto scorso, per la direzione di 14 istituti di cultura statali di seconda fascia)?
- perché e sulla base di quali motivazioni allargare ulteriormente la selezione con bando (sempre a tempo determinato e per soli titoli e colloquio) per posizioni che non rispondono ai criteri previsti dalla legge 106/2014 che limita i suoi effetti a istituti di rilevante interesse nazionale?
- per quale (incomprensibile) ragione si continua a ridurre il numero delle posizioni dirigenziali di ruolo, ricoperte in conformità al principio costituzionale dell’accesso al
pubblico impiego per regolare concorso, creando invece un nucleo di posizioni dirigenziali destinate a essere gestite in deroga alle procedure ordinarie, con la gravissima conseguenza di precarizzare la dirigenza statale e rinunciare di fatto a quel grado elevato e necessario di professionalità, esperienza e fidelizzazione che deve caratterizzare la dirigenza di ruolo? - infine, perché nelle SABAP, nei Musei e negli uffici amministrativi si è fatto largo uso di chiamate ex articolo 19 comma 6 per funzionari dotati delle necessarie qualifiche (architetti, archeologi e amministrativi), mentre il settore archivistico è stato – di converso – invaso da dirigenti di ruolo di altri settori ai quali sono state conferite le dirigenze di Archivi di Stato (Bologna, Firenze) e di Soprintendenze (Lombardia, Basilicata, Sardegna, Veneto e Trentino, Piemonte e Valle d’Aosta, Emilia-Romagna)?
Si sottolinea per concludere che dagli interrogativi fin qui riportati emerge un quadro in netto contrasto con i criteri definiti nello stesso bando di avvio della procedura di interpello, dove è esplicito il riferimento ai requisiti di professionalità da valutare per la selezione del candidato: “attitudini e capacità professionali, risultati conseguiti in precedenza nell’amministrazione di appartenenza e relativa valutazione, specifiche competenze organizzative possedute, nonché esperienze di direzione eventualmente maturate”.
Si rimane in attesa di un cortese riscontro.
Roma 15 settembre 2025
Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli
AIB
ANAI