Pubblichiamo le motivazioni del premio Ranuccio Bianchi Bandinelli, “La tutela come impegno civile”, assegnato a Margherita Eichberg. Le motivazioni sono a cura di Pier Giovanni Guzzo.
L’architetto Margherita Eichberg ha conseguito la laurea in architettura presso l’Università di Roma La Sapienza, la specializzazione in restauro dei monumenti ed il perfezionamento in teoria dell’architettura presso la stessa Università. Dopo un’esperienza di lavoro presso la Banca di Roma, ha superato il concorso di assunzione presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Ha curato la tutela e la conoscenza nel territorio della Maremma grossetana e della Val d’Orcia; in seguito nelle province laziali, con particolare riferimento alla Sabina e al Viterbese. Nominata dirigente, ha diretto l’ufficio per la Calabria meridionale, tenendo anche l’interim del Polo Museale della stessa regione. In seguito ha diretto l’ufficio di tutela per il territorio esterno alle mura aureliane di Roma. Attualmente è impegnata presso il Segretariato Generale.
All’interno dell’attività d’ufficio, l’architetto Eichberg ha redatto, come autore unico, coautore e redattore, volumi e saggi, partecipando a convegni ed incontri relativi alla storia dell’architettura e del restauro.
Il curriculum dell’architetto Eichberg, che si è fin qui riassunto, rientra in pieno nella normalità di una quasi placida carriera ministeriale. Occorre, pertanto, lasciare l’ufficialità e la burocratica superficie per prendere coscienza di come un professionista, integro come l’architetto Eichberg, ha interpretato il proprio ruolo di responsabile della tutela del patrimonio culturale sotto la fattispecie monumentale ed architettonica, presente nei diversi territori nei quali ha prestato servizio. L’attento studio, ermeneutico e critico, di quei monumenti, testimoniato dagli studi éditi, ha condotto l’architetto Eichberg non solo a conoscerli, ma anche a valutarne i modi di originaria realizzazione e la posizione da essi occupata nel rispettivo contesto. Così che azioni contemporanee, rivolte a modificare in maniera più o meno incisiva, l’aspetto dei manufatti d’interesse, e quindi gli equilibri del relativo contesto di riferimento, sono state dall’architetto Eichberg attentamente valutate, all’interno delle competenze che la legge attribuiva al suo ufficio. In ciò, l’architetto Eichberg ha anche preso coscienza dei meccanismi, non sempre limpidissimi, che fanno muovere talune opere pubbliche impattanti sul patrimonio culturale, artigliando nel loro felpato procedere, talvolta, anche pubblici funzionari.
Anche sotto questo aspetto, l’esperienza vissuta dall’architetto Eichberg non sembra ricoprire profili di eccezionalità: e bisogna aggiungere “purtroppo”.
Ma che le azioni di tutela intraprese e condotte a compimento dall’architetto Eichberg abbiano rivestito, finché la si è lasciata alla responsabilità di curare la tutela territoriale, importanza rilevante lo si è constatato dalle reazioni che le si sono mosse in direzione contraria. Come già a Reggio Calabria, anche a Roma, nella località extramuranea di Tor di Valle, l’architetto Eichberg ha potuto constatare come propri atti, rivolti ad assicurare la tutela di manufatti e di contesti, siano stati vanificati da simmetrici, ma opposti, atti mossi da considerazioni di natura del tutto esterna alla tutela del patrimonio culturale. È da tali atti di compromissoria politica che viene risalto all’integrità, alla lungimirante prospettiva, all’attenta analisi valutativa, alla prioritaria ed esclusiva attenzione alla tutela: tutte qualità contenute negli atti emessi dall’architetto Eichberg che sono stati cassati da miopi considerazioni di opportunità.
Il riconoscimento più evidente, anche se forse meno desiderato, della positiva incidenza che la tutela, richiesta invano dall’architetto Eichberg, avrebbe comportato proviene proprio dagli atti che le si sono opposti.
Di certo, l’architetto Eichberg non ha bisogno di premi di consolazione per gli scacchi che le sono stati inflitti: è la tutela del patrimonio culturale che ne ha sofferto. Il premio speciale che l’Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli assegna all’architetto Eichberg ne riconosce il valore integro di tecnico della tutela, di studiosa della storia di architettura, di silenzioso e dignitoso bersaglio da parte di critiche faziose e di subdole manovre.