L’emergenza del patrimonio: Venezia e non solo.

L’emergenza del patrimonio: Venezia e non solo.


 
 
 
 
 
 
 
 
Le drammatiche immagini della marea che sommerge Venezia e il suo patrimonio sono probabilmente un’anticipazione – terribile – di quanto potrebbe succedere all’insieme dei nostri Beni culturali in un futuro prossimo venturo.
Ancora una volta, la responsabilità principale è da attribuire all’imprevidenza e all’incuria umane: constatare che la salvezza di un enorme patrimonio librario e documentario (Querini Stampalia, Conservatorio) è affidata alla generosità di novelli “angeli del fango” ci fa comprendere come ben poco, in questi decenni, sia stato fatto in termini di prevenzione.
L’Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli, nel ribadire la propria solidarietà a quanti – funzionari pubblici e volontari – si stanno prodigando per il recupero del patrimonio, ribadisce come una seria politica di messa in sicurezza non possa che poggiare su un’operazione sistemica e preventiva che rimuova radicalmente le cause di pericolo, a partire, naturalmente, dall’eliminazione del traffico di navi pesanti dall’intera laguna: ora, subito.
Se Venezia costituisce il caso più eclatante, molteplici sono però i motivi di preoccupazione sullo stato del patrimonio culturale che ci giungono da più parti e che, nel loro insieme, sottolineano le carenze sempre più evidenti dell’attuale assetto del nostro sistema di tutela.
In linea con la propria tradizione di analisi e proposta, l’Associazione sta quindi organizzando una giornata pubblica di studi (gennaio 2020) nella quale, a partire da quanto emerso negli incontri tematici già svolti nel corso dell’anno, siano evidenziate le criticità strutturali derivate in particolare dalle riforme dell’ultimo quinquennio e soprattutto siano proposte alcune soluzioni utili ad eliminare le più evidenti distorsioni e a contenere lo stato di diffusa sofferenza del nostro patrimonio.
In attesa di tale appuntamento, e per quanto riguarda soprattutto l’ambito archeologico, l’Associazione dichiara la propria complessiva adesione a quanto espresso e proposto recentemente da Adriano La Regina e Fausto Zevi, nella lettera aperta al Ministro Franceschini (pubblicata sul Giornale dell’Arte, novembre 2019 e ripresa da Emergenza Cultura) sulla necessità di un radicale ripensamento dei Poli museali regionali e di una reintroduzione delle Soprintendenze Archeologiche, per il loro specifico apporto a tutela e valorizzazione assieme del territorio e dei luoghi della cultura.
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