Sono in corso di espletamento le prove preselettive del concorso pubblico per cinquecentodiciotto (518) unità di personale (bando GU. n. 88 dell’8.11.2022) non dirigenziale, a tempo pieno e indeterminato, da inquadrare nell’area III, nei ruoli tecnico-scientifici del Ministero della cultura. Per l’organizzazione del concorso, il Ministero della cultura si è affidato al Dipartimento della funzione pubblica, avvalendosi della Commissione interministeriale RIPAM anche per l’espletamento della procedura concorsuale.
Le figure professionali previste dal bando sono: Funzionario Archivista di Stato, Funzionario Bibliotecario, Funzionario Restauratore Conservatore, Funzionario Architetto, Funzionario Storico dell’Arte, Funzionario Archeologo, Funzionario Paleontologo, Funzionario Demoetnoantropologo.
Come prescrivono i profili delle singole figure professionali, i compiti che i nuovi funzionari dovranno svolgere sono di elevata specializzazione: per questa ragione il bando prescrive che alla selezione siano ammessi solo candidati che abbiano un titolo di formazione di terzo livello: che abbiano cioè conseguito, dopo la laurea magistrale, un diploma di specializzazione, il dottorato, o un master di secondo livello.
La Commissione esaminatrice è nominata dal RIPAM per ciascun profilo professionale o per più profili professionali accorpati. A questo fine, la Presidenza del Consiglio dei ministri-Dipartimento della funzione pubblica ha costituito, tramite avviso, elenchi di soggetti “dotati di comprovata esperienza e professionalità nelle discipline del settore dell’arte e del patrimonio culturale” da sottoporre alla Commissione RIPAM, per la nomina dei componenti delle commissioni esaminatrici dei concorsi pubblici ai fini del reclutamento del personale di cui sopra. Gli interessati in possesso dei requisiti richiesti potevano aderire all’avviso entro il 7 aprile 2023, presentando la candidatura per i ruoli di interesse. I titoli di studio richiesti agli aspiranti commissari prevedono solo laurea, diploma di laurea, laurea specialistica, laurea magistrale, o titoli equiparati. Potevano candidarsi al ruolo di componente quanti fossero in possesso di almeno 5 anni di comprovata conoscenza ed esperienza in uno o più dei seguenti ambiti:
a. archivistica;
b. tutela, conservazione e valorizzazione, anche al fine della pubblica fruizione, del patrimonio archivistico, nonché degli archivi, correnti e di deposito, dello Stato;
c. biblioteconomia e beni librari;
d. tutela, conservazione e valorizzazione, anche al fine della pubblica fruizione, del patrimonio bibliografico, nonché delle biblioteche dello Stato;
e. restauro del patrimonio culturale complessivamente inteso (storico, librario, archivistico e archeologico);
f. architettura e beni architettonici;
g. tutela, conservazione e valorizzazione, anche al fine della pubblica fruizione, del patrimonio architettonico e paesaggistico;
h. storia dell’arte e beni di interesse storico e artistico;
i. tutela, conservazione e valorizzazione, anche al fine della pubblica fruizione, del patrimonio storico – artistico;
j. archeologia e beni archeologici, anche in ambiente subacqueo, nonché archeologia preventiva;
k. tutela, conservazione e valorizzazione, anche al fine della pubblica fruizione, del patrimonio archeologico;
l. paleontologia;
m. tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio geopaleontologico;
n. antropologia culturale e beni demoetnoantropologici, materiali e immateriali.
Pur considerando con soddisfazione la scelta di colmare le carenze di organico del personale tecnico mediante una selezione che porti all’assunzione di figure professionali con contratto a tempo indeterminato, l’Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli non può esimersi dall’osservare che la procedura congegnata per la selezione riveli non poche criticità:
– il titolo di studio richiesto ai membri della commissione è di livello inferiore a quelli richiesti ai candidati al concorso, per i quali – con l’eccezione dei restauratori
– il bando prevede il possesso di un titolo universitario di terzo livello (laurea e specializzazione, dottorato o master di secondo livello); ciò configura una seria anomalia rispetto alla tradizionale alta qualificazione delle commissioni di concorso dei funzionari del Ministero della cultura;
– non è chiaro quali siano stati i criteri in base ai quali sia stata effettuata la selezione dei membri della commissione;
– nelle commissioni relative alla selezione dei funzionari, per alcune tipologie di esaminandi, non risultano presenti le figure specialistiche dei diversi ambiti di competenza: si segnala a questo proposito il caso della commissione per la selezione di ben tre diverse figure professionali
– architetti (32), storici dell’arte (35) e demoetnoantropologi (10)
– nella quale non si è ritenuto di prevedere né uno storico dell’arte né un antropologo. Le due figure tecniche appartengono alla categoria degli architetti;
– appare improprio l’accorpamento previsto per più profili professionali, considerato che per archivisti (260) e bibliotecari (130) si tratta di un numero elevato di posti destinati a colmare una grave carenza di organico;
– suscitano molta perplessità i requisiti richiesti per i restauratori: non sono considerati i diversi settori di competenza tecnica che, per queste delicatissime figure, sono invece previsti da sempre nei percorsi di formazione degli istituti centrali del Ministero della Cultura. Manca inoltre, e non si comprende perché, una qualunque verifìca delle competenze tecnico-pratiche.
Questa Associazione si rivolge al Ministero affinché si adoperi alla verifica della adeguatezza della procedura, al fine di garantire il migliore svolgimento delle selezioni per l’individuazione dei professionisti che avranno il compito di tutelare, gestire e valorizzare il patrimonio culturale del paese, nell’interesse pubblico.
Nel quadro del generale recupero di alcune funzioni gestionali – si pensi alla revoca delle concessioni dei servizi di biglietteria – che il Ministero sembra intenzionato a perseguire, sembra incongruo che proprio la selezione del personale tecnico-scientifico sia esternalizzata. Si auspica quindi che lo stesso Ministero voglia procedere con la riattribuzioni delle competenze al proprio interno al fine di evitare esiti che rischiano di non essere all’altezza dei compiti che i nuovi funzionari saranno chiamati a svolgere.
Roma, 24 maggio 2023
Il presidente
Rita PAris
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