Benevolo, la grande idea dei Fori e di Roma

Benevolo, la grande idea dei Fori e di Roma

di Vezio de Lucia
downloadfileIl 5 gennaio se n’è andato, a 93 anni, Leonardo Benevolo, architetto urbanista, storico dell’architettura. Viveva a Cellatica di Brescia dove si era trasferito dopo aver abbandonato Roma deluso dai rapporti con l’amministrazione di sinistra degli anni Settanta. Grandissimo studioso della Roma contemporanea, m’interessa qui ricordare che fu il primo a porre il problema di un diverso assetto dell’area archeologica centrale snaturata dalle demolizioni e dalla costruzione negli anni Trenta della via dell’Impero (oggi dei Fori Imperiali).

Nel libro del 1971 Roma da ieri a domani, corredato da mirabili illustrazioni, Benevolo propone di conservare la città costruita prima dell’Unità, eliminando invece gli edifici e le opere realizzati dopo Porta Pia, sostituendo con spazi sistemati a verde le strade formate a seguito degli sventramenti.
Secondo Benevolo, “la Passeggiata Archeologica tornerà ad essere un giardino, conservando solo la carreggiata corrispondente all’Appia antica; via dei Trionfi e via dei Fori Imperiali saranno soppresse; il Colosseo tornerà a dominare una zona verde, dove saranno ripiantati i filari d’alberi neoclassici; via del Teatro di Marcello sarà riportata alla larghezza originaria, lungo le case rimaste in piedi del rione Campitelli; le due strade che costeggiano il Circo Massimo saranno tolte per ripristinare la continuità del circo con le due colline; i perimetri antichi di piazza Aracoeli e di piazza Venezia saranno ricostruiti con opportuni dislivelli. Così il parco arriverà fino a contatto con le strade cittadine (via delle Botteghe Oscure, via Battisti, via IV Novembre); una parte del monumento a Vittorio Emanuele II – per esempio la scala col Milite Ignoto e il cavallo – resterà come episodio scultoreo circondato dal parco”.
La riforma dell’area archeologica centrale deve proseguire, continua Benevolo, nel parco archeologico dell’Appia Antica, da espropriare e restituire all’uso pedonale, riducendo al minimo il traffico veicolare e gli attraversamenti, e il parco dovrebbe estendersi oltre il comune di Roma fino ai Castelli. La proposta fu ripresa alla fine del 1978 da Adriano La Regina, allora soprintendente archeologico, dando così inizio alla storia del Progetto Fori che fu sostenuto con trascinante entusiasmo dai sindaci Giulio Carlo Argan e Luigi Petroselli, da Antonio Cederna, Italo Insolera e da altri illustri studiosi italiani e stranieri. Ma dalla morte di Petroselli nel 1981, il progetto è rimasto inattuato. Da allora, sindaci, ministri, politici e giornalisti continuano a evocarlo, si attivano inutili commissioni di studio, in effetti nessuno se la sente davvero di sostenere con determinazione l’eliminazione della via dei Fori Imperiali. Nel 2001, è addirittura posto un vincolo che tutela la strada voluta da Benito Mussolini. Vincolo che Leonardo Benevolo commenta così sul Corriere della Sera: “È diventato illegale il disseppellimento degli invasi dei Fori di Cesare, Augusto, Vespasiano, Nerva e Traiano, che renderebbe percepibile ai cittadini di oggi uno dei più grandiosi paesaggi architettonici del passato. […] si è preferito Antonio Muñoz (lo sprovveduto autore di quelle sistemazioni) ad Apollodoro di Damasco, l’architetto dell’imperatore Traiano.
Poteva diventare “un sublime spazio pubblico”, si rammarica Benevolo. E viene colto “da un sentimento di sconcerto e di rabbia”.
La nostra associazione lo ricorderà nelle prossime settimane.

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