L'agonia dell'Archivio di Stato di Roma

L'agonia dell'Archivio di Stato di Roma

sant'ivoIl professor Aloisio Antinori segnala all’Associazione Bianchi Bandinelli un comunicato scritto dal dirigente dell’Archivio di Stato di Roma. Da esso emerge la gravissima situazione in cui versa uno degli istituti culturali di maggior rilevanza del nostro Paese.  
 
Gentili utenti,
come i frequentatori abituali della nostra sala di studio avranno capito, l’Archivio di Stato di Roma è in una situazione difficile. Dalla metà di giugno le restrizioni di bilancio hanno precluso la possibilità di prorogare il contratto con gli 8 volontari dell’associazione AVACA, che per quasi 15 anni si sono occupati della movimentazione della nostra documentazione. Di fatto, non vi è più da tempo, presso la sede di Corso Rinascimento, personale la cui qualifica comporti abitualmente la movimentazione, e il personale attivo presenta molto spesso patologie legate alla funzione, o semplicemente all’età.
Nonostante questo, da giugno custodi, custodi capo e funzionari, indipendentemente da mansionari e qualifiche, si stanno adoperando per garantire un servizio minimo di consultazione dei nostri preziosi fondi. Il Mibact ha rinviato la soluzione del problema all’utilizzo del servizio civile nazionale, alla revisione in corso delle piante organiche (in Archivio di Stato di Roma mancherebbero 24 persone), ma anche a un riassetto di bilancio che consenta, da ottobre, di ripristinare un servizio di presa esternalizzato, anche solo nelle more delle soluzioni strutturali previste.
Per il mese di settembre, al fine di garantire ancora una apertura quotidiana, la sala di studio effettuerà il seguente orario:
lunedì, mercoledì, venerdì: ore 9-18, con una sola presa alle 10,30, garantendo almeno un pezzo a utente;
martedì e giovedì: ore 9-13,30, solo consultazione
sabato: chiuso
In casi particolari (utenti che vengono da fuori regione, etc.) faremo, come sempre, prese straordinarie.
Confidiamo sulla vostra comprensione per questa situazione che, siamo i primi a riconoscerlo, è del tutto inadeguata alla rilevanza del nostro Istituto archivistico.
IL DIRIGENTE
(Dott. Paolo Buonora)

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